Il debito detestabile

Pubblicato il da ilfogliorossodivicenza-nordest

 

   Di Marco Milioni |  su www.vicenzapiu.com

ArticleImage

L'argomento è di quelli tabù, ma alla fine ha finito per fare capolino anche nella campagna elettorale per le prossime politiche. Ci ha pensato il professor Alberto Lucarelli, fino a qualche ora fa assessore alla partecipazione al comune di Napoli ed oggi impegnato full time nella competizione per le politiche di febbraio.

 

Oggi infatti durante un incontro pubblico a Vicenza Lucarelli (in foto) ha spiegato che il movimento che lo sostiene, Rivoluzione civile, una volta in parlamento chiederà una revisione completa sullo stato del debito pubblico, «un audit» come fa sapere il docente, ordinario di diritto pubblico all'univesità di Napoli, col quale si vorrebbe fotografare esattamente lo stato della situazione per depurare eventualmente, leggi cancellare, quegli stock di debito che si sono formati su base non legittima.

In realtà Lucarelli, pur non menzionandola esplicitamente, fa riferimento alla nozione di «debito detestabile». Che consiste nella possibilità di non pagare una buona quota del debito pubblico in casi specifici. Ovvero quando tale debito viene contratto con lo scopo ultimo di beneficiare non la collettività ma altri soggetti particolari. Più nel dettaglio questa dottrina è stata formulata negli anni Venti del Novecento dal giurista di origini russe (poi approdato negli atenei americani dopo la caduta del regime zarista) Alexander Sack, esperto di diritto internazionale.

Per vero la pratica di non riconoscere parte o gran parte del debito pubblico sulla base di una presunta o accertata illegittimità dello stesso, è una condotta con una forte valenza politica e diplomatica, non rarissima nella storia. A fine '800 proprio gli Stati Uniti, in procinto di annettersi Cuba, dichiararono detestabile il debito che lo stato caraibico aveva contratto con gli ex dominatori spagnoli.

Più nel dettaglio secondo la nozione Sack il debito è detestabile quando si verificano tre condizioni: uno, il governo di un paese ha conseguito un prestito senza il consenso dei cittadini o senza che ne fossero consapevoli. Due, i prestiti sono stati utilizzati per attività di cui la cittadinanza non ha beneficiato. Tre, i creditori sono al corrente dei primi due punti e se ne disinteressano.

Il tema della sostenibilità del debito con tutto il corollario politico-economico che vi sottende è in realtà uno dei veri campi di battaglia della politica europea in cui le tensioni legate allo scontro in atto hanno avuto effetti palpabilissimi, a partire dalla cosiddetta sfiducia internazionale che i mercati sentenziarono nei confronti dell'ex premier Silvio Berlusconi. Ora è sintomatico per certi versi che questo tema sia rilanciato proprio a Vicenza dove ovviamente si incrocia con quello della sovranità territoriale e delle servitù militari rispetto alle quali le vicende della Ederle bis vedono il capoluogo berico ancora in primissimo piano.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post