IL VERDETTO Prima, storica sentenza: bocciate le richieste avanzate dalla casa di riposo

Pubblicato il da ilfogliorossodivicenza-nordest

  Da La voce di Rovigo.it           
Caso rette: vincono i parenti
Il giudice di Rovigo stabilisce: “Il figlio non è debitore per la madre non autosufficiente”

Lorenzo Zoli ROVIGO - La questione, infatti, è complessa, tocca temi delicati e vede contrapposti due fronti. Da una parte, gli istituti assistenziali, sia pubblici che privati ma convenzionati, che ospitano persone non autosufficienti. Riconosciute non autosufficienti dall’azienda sanitaria territoriale. Dall’altra, invece, ci sono i parenti dei non autosufficienti e varie associazioni di consumatori, oltre che esponenti politici. In Polesine, per esempio, si sono spesi i rappresentanti della Federazione della Sinistra. Il problema nasce a proposito di quegli anziani che non hanno un reddito proprio, né proprietà sufficienti a coprire il costo intero della retta di degenza. A oggi, la questione veniva risolta chiedendo il pagamento del corrispettivo ai parenti, che venivano ritenuti “civilmente obbligati”. Una impostazione contro la quale, negli ultimi anni, si sono levate varie voci. Quelle delle quali si diceva prima. E veniamo alla questione sulla quale è stato chiamato a pronunciarsi il giudice. Tutto inizia nel 2008, quando una casa di riposo polesana chiama in causa un 61enne, originario della nostra provincia ma residente da tempo fuori regione. La madre, quasi 90ene, ospite della stessa struttura da circa 15 anni, vi è entrata come autosufficiente, ma da qualche anno è stata dichiarata non autosufficiente. Con un aggravio di costi. Che la sua pensione non basta a coprire. Così, la casa di riposo chiama in giudizio sia lei che il figlio, chiedendo il pagamento di una somma nell’ordine dei 3mila euro. L’istituto, tra l’altro, si fa forte di un documento che il figlio aveva firmato - anche questa una prassi moto diffusa in questi casi - con il quale si impegnava a far fronte a eventuale debiti legati alla degenza della madre. Nei giorni scorsi, la sentenza, a conclusione di un processo nel quale il 61enne è stato seguito dall’avvocato Carlo Barotti del foro di Rovigo. Il giudice, nel dispositivo, ha ritenuto il debito valido solo nei confronti dell’anziana madre, non ritenendo in alcun modo il figlio obbligato al pagamento ai sensi del Codice civile. In particolare, fa notare il giudice, un impegno economico di questo tipo, quasi una fideiussione, è valida unicamente qualora vi sia un importo specificato e non può essere generica come pare fosse l’atto in questione. Tanto che, sempre a quanto si evince della lettura del dispositivo, sarà proprio la casa di riposo che per prima si era mossa legalmente a dovere rifondere la spese legali al figlio dell’anziana, chiamato in causa per il pagamento. Il figlio non deve pagare la retta della madre non autosufficiente ospitata in una struttura assistenziale e il cui reddito non basta a coprire la retta di ricovero. Lo ha deciso, con una sentenza depositata nei giorni scorsi, il giudice del tribunale civile di Rovigo Pietro Mondaini. Un verdetto che potrebbe andare a costituire un precedente importante, importantissimo. Dal momento che, di rette e di pagamenti, si discute da anni, a Rovigo e in Polesine, così come in tutta Italia.

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