Valentino va in Qatar «Servono garanzie»
LAVORO. Sono interessati circa 500 lavoratori in diversi stabilimenti
Le chiede il sindacato dopo l´acquisto del marchio
La proprietà di Valentino si trasferisce negli Emirati Arabi in Qatar e nello stabilimento del Maglio i 500 lavoratori vogliono risposte. «C´è molta preoccupazione in città e la guardia rimane alta». È il commento di Giuliano Ezzelini Storti, segretario del consiglio di fabbrica delle organizzazioni sindacali confederali, all´indomani dell´ufficializzazione della cessione della maison a Mayhoola for investments per 700 milioni di euro.
L´acquisizione del marchio storico della moda italiana da parte dell´emiro Hamad bin Khalifa al Thani è stato confermato dai vertici aziendali e subito Rus e Triplice hanno convocato un incontro con i dipendenti. «Il passaggio di Valentino spa e della licenza M Missoni - ha spiegato Ezzelini - dal fondo finanziario internazionale Permira che con la famiglia Marzotto ne aveva il controllo apre una fase delicata. I lavoratori hanno bisogno di avere delle risposte. C´è poi la questione Mcs Marlboro Classics che deve essere affrontata. La vendita non comprende questo marchio che sembrerebbe interessare altri compratori. Si parla di italiani, spagnoli e francesi: un terzo dei lavoratori del Maglio sono legati a Mcs e quindi sarebbe opportuno che sapessero quale destino li aspetta».
Intanto, Verena Riccardini, segretario di Filctem-Cgil, ha anticipato che «i sindacati confederali hanno chiesto ai vertici aziendali un incontro nazionale che si terrà nello stabilimento di Maglio, con data ancora da stabilire, per capire cosa comporta questa vendita per i dipendenti italiani. Rimane il rammarico che l´azienda non sia in mani italiane, ma questa è una questione generale che riguarda la politica industriale nazionale».
La Valentino spa oltre allo stabilimento valdagnese conta «150 dipendenti a Torino per il prêt à porter, 50 a Roma per l´alta moda, un centinaio a Milano dove ha sede il centro direzionale e finanziario ed una ventina a Scandicci per gli accessori. «Prima del 25 luglio abbiamo chiesto anche la convocazione straordinaria del coordinamento delle Rsu nazionali - conclude Ezzelini -: non vogliamo ostacolare l´operazione se può garantire i livelli occupazionali, ma dobbiamo averne la certezza». VE. MO.