9 LUGLIO 2012 presidio antifascista a Schio e commemorazione dei fratelli Bogoto

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     36296_9_600.jpgIrene Rui - Si è tenuto questa mattina in piazza Rossi, antistante al Duomo di Schio, dalle ore 10.00 alle 12.00 il presidio antifascista, organizzato dal PRC-FdS che si è riunito anche quest'anno per denunciare l'oltraggio che abitualmente si ripete ad opera dei militanti della destra sociale e nostalgici della Rsi nella città Medaglia d'Argento per la Resistenza. Alle 12,00 il corteo ha raggiunto il cortile delle biblioteca comunale, dove fu seppellito vivo dai gerarchi fascisti, Giacomo Bogotto e ha depositato i fiori sotto la lapide dei fratelli Bogotto, tenendo un minuto di silenzio, a seguito la canzone “O bella ciao”, un breve discorso del rappresentate dell'A.N.P.I. Antonio Angelina e a seguire gli interventi di Giuliano Ezzelini Storti e Roberto Fogagnoli che ricorda i fatti e fa presente di come si vuole nascondere la storia, visto lo stato in cui è tenuta la lapide, ormai ricoperta di edera.9-luglio-2012-0022.JPG

Cosa accade in quel lontano 1945? A metà aprile un paio di settimane prima della liberazione, il partigiano Giacomo Bogotto tornato a casa per trovare la moglie, fu catturato dalle brigate nere scledensi, portato nella caserma di via Carduci e lì sottoposto a crudeli sevizie e sottratto vivo. Nel gennaio dello stesso anno era stato ucciso dalle brigate nere, il fratello Germano. Prelevato anch'egli da casa e condotto nelle carceri di Schio, fu barbaramente torturato, condotto poi alle carceri giudiziarie di Vicenza, a seguito di ulteriori torture e sevizie spirò il 18 gennaio. Natalino Bogotto l'altro fratello, invece non fece più ritorno dalla Russia. I fratelli Bogotto erano gli unici tre maschi della famiglia.

9-luglio-2012-0016.JPGA seguito di questi ed altri eventi Schio liberata, chiese alle autorità giustizia, una giustizia che tardava a venire per motivi politici e quando il 27 giugno del 1945 una camionetta degli alleati scaricò in piazza l'unico sopravvissuto dei 14 antifascisti deportati a Mauthausen-Gssen e Dachau, tale William Piericchi ridotto a 38 chili, vi fu un forte moto di rabbia popolare e il giorno successivo un'enorme folla si radunò nella piazza principale del paese chiedendo giustizia; poiché giustizia non arrivava, anzi si cercò diplomaticamente di chiudere le vicende, la rabbia rimontò quando il capitano Chambers, responsabile alleato dell'ordine cittadino, accese ancor di più gli animi annunciando che se non fossero state presentate denunce entro 5 giorni le persone arrestate senza esposto sarebbero state liberate. Nel carcere vi erano gerarchi responsabili delle torture e delle morti, e militanti della Repubblica Sociale. Il 6 luglio un gruppo di ex partigiani della brigata Garemi, approfittando del momento in cui il carcere fu lasciato volutamente sguarnito per ordine di Chambers, assaltò il portone a cui guardia vi erano solamente 6 civili, e attuarono la quella giustizia acclamata a furor di popolo, da una piazza gremita, ai funerali dei partigiani. Da un popolo scledense rimasto inorridito dall'esposizione nell'orto (ora cortile della biblioteca), proprio per far capire che cosa facevano le brigate nere, della salma del partigiano Giacomo Bogotto in cui si vedevano i chiari segni di tortura perpetuati e la morte orribile a cui era stato condannato.9-luglio-2012-0024.JPG

“La giustizia sommaria non va mai bene afferma – Roberto Fogagnoli segretario del circolo di Rifondazione Comunista “P. Tresso” di Schio – ma in quel carcere vi furono coloro che avevano disperso terrore a Schio e dintorni, le brigate nere, coloro che avevano torturato e seviziato persone e partigiani come i fratelli Bogotto”. A distanza di anni non si può comprendere la storia e cosa passasse per la testa delle tante vittime e del popolo scledense. Negare o revisionare la storia di questa città oggi, come fanno molti democratici, allora comunisti è un atto di ipocrisia. Il revisionismo storico che si vuole fare a Schio e le sfilate dei nostalgici della RSI sono un atto vergognoso e che oltraggia i tanti che hanno dato la vita per liberare Schio e l'Italia dall'oppressore. Fin tanto che fascisti torneranno per questa data a Schio, Rifondazione sarà in piazza per non dimenticare la verità.

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