Decine di arresti tra Lombardia e Campania: legami tra criminalità e politica

Pubblicato il da ilfogliorossodivicenza-nordest

da www.liberazione.it

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Oltre all'usura e al riciclaggio, ci sarebbero anche rapine, estorsioni, furti, ricettazione, spaccio di banconote false, detenzione illecita di stupefacenti e armi da sparo, insieme a reati contro la pubblica amministrazione. In Lombardia stavolta gli inquirenti sembra che abbiano messo le mani sul “giro grosso”. Un giro che sicuramente aveva collegamenti ben saldi tra criminalità e politica. Tanto che nella lunga sfilza di arrestati figurano anche l’ex assessore all’Ambiente del Comune di Monza, Giovanni Antoniccelli (Pdl), e un ex consigliere del Consiglio comunale di Milano.
Secondo l'inchiesta, denominata Briantenopea, coordinata dalla Procura di Monza, la banda sarebbe in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano. Alcuni arresti, infatti, sono stati eseguiti anche in Campania.
In carcere sono finiti 43 persone, dalle province di Monza, Milano, Lecco, Padova, Napoli, Avellino, e Salerno. Un ulteriore provvedimento di perquisizione è stato emesso a carico di altre16 persone.'Briantenopea', secondo quanto riferiscono i carabinieri, che in queste ore stanno tenendo una conferenza stampa, ha consentito di svelare l'esistenza e l'operativita' a Monza e nei territori vicini di una radicata associazione a delinquere composta, prevalentemente, da soggetti italiani di origine campana "di elevato spessore criminale", in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano, tra cui i Gionta e i Mariano.
L'ex assessore all'Ambiente del Comune di Monza coinvolto, Giovanni Antonicelli, in carica dal 2007 al 2012, aveva la delega all'ecologia, allo smaltimento rifiuti, alla manutenzione cimiteriale, al patrimonio, al demanio e agli alloggi comunali. L'ex consigliere comunale è Renzo Di Biase, in carica col Pdl tra il 2009 e il 2011. Tra le altre cose è emerso un'tariffario per la compravendita dei voti. Di Biase si ipotizza possa essere stato favorito nelle elezioni comunali del 2011 dall'associazione criminale con a capo Giuseppe Esposito: 30 euro per il voto singolo e 50 euro per quello di una famiglia. "Monza, da quanto emerso dai lunghi accertamenti dell'indagine, era, sotto il profilo criminale, un'enclave campana, ed emerge in maniera molto chiara''. ''Nelle intercettazioni - ha precisato Salvatore Bellomo, sostituto procuratore - il capo si vantava di preservare Monza 'dall'invasione della 'ndrangheta'''.

 

Fabrizio Salvatori
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