La base Pluto è sinonimo di devastazione ambientale: Zaia faccia bloccare il progetto e rispetti la volontà di Consiglio regionale e cittadini.

Pubblicato il da ilfogliorossodivicenza-nordest

  da ARC 

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Il consigliere Pettenò ha presentato oggi un’interrogazione a risposta immediata in cui chiede alla Giunta regionale e al Presidente Zaia di attivarsi presso chi ha il potere di bloccare la realizzazione della base Pluto di Longare, accogliendo le istanze dei cittadini, anche in ragione delle problematicità ambientali che la base svilupperebbe e che rischiano di compromettere l’ambiente collinare del Colli Berici, di grande interesse ambientale, storico, paesaggistico e archeologico.

 

Con deliberazione n. 2589 del 18 dicembre 2012 la Giunta regionale ha approvato la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) relativo alla realizzazione della base Pluto. L’area interessata è la stessa a cui si riferisce il parere n. 36 del 15 luglio 2010 con cui la Commissione regionale per la Valutazione Ambientale Strategica esprimeva (VAS) parere positivo sulla proposta di Rapporto Ambientale del Piano di Assetto Territoriale del comune di Longare. Sono gli stessi anche i dirigenti regionali firmatari, ovvero l’ing. Silvano Vernizzi e l’avv. Paola Noemi Furlanis.

Il parere VAS del luglio 2010, però, definisce l’area dei Colli Berici «ambito collinare di deciso interesse ambientale, storico, paesistico e archeologico, caratterizzata dalla presenza di scogliere oloceniche che ospitano endemismi e specie rare, da formazioni doliniformi e fenomeni di carsismo (grotte naturali e artificiali, covoli) e da ampie superfici boscate ben visibili da tutto il territorio pianeggiante a sud e ad est. Sono presenti l'area militare “Sito Pluto” in uso alla USA -SETAF e un area militare dimessa». Prosegue poi il parere: «Le aree con cavità di tipologia carsica richiedono indagini di tipo geofisico per escludere eventuali interferenze delle strutture di fondazione con le volte di cavità ipogee. […] A livello paesaggistico i principali elementi detrattori risultano essere individuabili negli ambiti di cava dismessi e nelle strutture dell'area USA SETAF i cui manufatti localizzati in ambito collinare comportano evidente impatto paesaggistico. […] L’estesa presenza di aree a rischio impone una particolare attenzione nella  trasformazione d'uso del suolo. […] La viabilità presenta le maggiori criticità lungo la SP247, con inadeguatezza del sedime stradale; il tratto Bugano-Colderuga è caratterizzato da scarsa visibilità, problemi di allagamento e da curve pericolose. […] La qualità dell’aria è a rischio per un possibile incremento di inquinanti dovuti ad aumento del traffico veicolare anche di mezzi pesanti specie lungo la SP47 e SP20». Tra gli obiettivi da realizzare con il PAT, poi, si elenca: la tutela delle risorse naturalistiche ed ambientali e conservazione dell'integrità del paesaggio naturale e delle aree boscate; mitigazione paesaggistica degli insediamenti militari in essere, possibilità di riuso a servizio della collettività locale di attrezzature militari dismesse. Infine è esposto chiaramente che il pubblico deve essere consultato sui progetti e sulla valutazione ambientale e occorre tenere in considerazione le opinioni che esprime.

È importante far notare, inoltre, che nella VINCA del 2012 (3 scarne pagine rispetto alle 43 del VAS 2010) si esprime parere favorevole alla realizzazione dell’infrastruttura militare americana, ma non certo con un’istruttoria puntuale come quella svolta due anni prima. Infatti, lo studio di incidenza, presentato da professionisti privati esterni alla struttura regionale ed assunto favorevolmente dai competenti Uffici regionali senza alcuna prescrizione, non indica con sufficiente precisione l’area collinare di Longare dove sarà costruito il nuovo complesso ad uso delle Forze Armate americane (si attesta genericamente che la nuova base verrà collocata su “un pianoro a mezzacosta  a Nord-Ovest dell’abitato di Longare”). Inoltre, per quanto riguarda le dimensioni degli edifici, la dirigente regionale, riferendosi agli elaborati tecnici forniti dagli americani, riporta che la superficie del corpo principale è di circa mq. 4.350 e quella dei tre blocchi accessori misura mq. 1.500, omettendo però l’indicazione dello sviluppo in altezza degli edifici, aspetto non certo secondario per un intervento edificatorio “a mezzacosta”. Infine, confrontando gli schizzi di progetto con la Carta Tecnica regionale della zona, risulta evidente che la nuova struttura militare non verrà realizzata su un pianoro, ma lungo le pendici di un dirupo, caratterizzato da un dislivello di 45 metri.

La costruzione del complesso (l’edificio principale, gli annessi, i parcheggi, le aree di mitigazione per l’invarianza idraulica) dovrà essere preceduta da lavori di sbancamento collinare, per poter ricavare un’area pianeggiante di almeno 15.000 mq: si può quindi presumere e temere che la realizzazione del nuovo centro militare comporterà una manomissione rilevante dell’ambiente collinare, con la distruzione della vegetazione e la totale eliminazione della fauna e dei volatili, in netto contrasto con le direttive europee “Habitat e Uccelli”.

Gli stessi dirigenti regionali, a distanza di due anni dalla prima valutazione, danno il via libera alla costruzione di una struttura militare che porterà alla distruzione di aree boschive, all’allontanamento di fauna e volatili, all’edificazione su zona con cavità carsiche con strutture di fondazione interferenti con le volte ipogee e all’aumento del traffico veicolare e dell’inquinamento, disattendendo la prima valutazione del 2010 (peraltro realizzata con maggiore perizia) e le due mozioni approvate negli scorsi mesi dal Consiglio regionale che impegnavano la Giunta regionale e il presidente Zaia a tenere conto del parere delle Istituzioni locali e dei cittadini che si sono chiaramente espresse contro la realizzazione del centro di addestramento di Longare. Perché questa decisione? Con questa interrogazione vogliamo la risposta cui tutti i cittadini hanno diritto.

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