La sconfitta di Grillo

Pubblicato il da ilfogliorossodivicenza-nordest

   da www.controlacrisi.org

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Two miracles a day, keep the crisis away. Dicono gli inglesi, solo che non credo ai miracoli. Di conseguenza, assorbita la bella emozione dei discorsi della Boldrini e di Grasso, soprattutto della prima, vale la pena di tornare a ragionare sul nuovo quadro, tenendo anche conto dei commenti letti sulla stampa e sul web. Tutti incensano Bersani. In effetti ha fatto la cosa giusta. Una volta capito che l’apertura verso i grillini era sbagliata perché, fatta in quel modo, era impossibile (malgrado gli appelli anche in extremis di Vendola), ha scelto di fare quello che doveva e poteva fare, in ragione dei numeri che il Porcellum gli ha regalato. La qualità della scelta dei candidati è stata decisiva soprattutto al Senato, infatti in quel caso ha spostato voti, favorito dalla impresentabilit­à dell’antagonist­a Schifani, nomen omen. Ma questa operazione non rappresenta ancora uno schema per il futuro.
Basta guardare al plauso di tutte le componenti interne al Pd, fino a un minuto prima in aperto conflitto sul da farsi. Oltre a non credere nei miracoli, diffido delle conversioni troppo improvvise. La partita del governo e della Presidenza della Repubblica è tutta da giocare.
Da questo punto di vista i berluscones sono ancora in campo. Del resto il Malato Immaginario aveva detto che l’elezione dei presidenti delle camere non era decisiva.
Non solo “nondum matura est”, come nella favola della volpe e dell’uva, ma convinzione di Berlusconi di essere ancora in gioco per le partite successive, in particolare per l’alto colle, convinto che la legislatura sarà breve. Monti è stato preso a sberle da Napolitano, figlio ingrato e padre tradito, ma non è sparito dalle trame sul governo che verrà, e forse non solo quello. Chi ha perso nettamente è Grillo e il suo entourage: i loro deputati sono stati inessenziali se non disubbidendogli­ clamorosamente.

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