QUALE SICUREZZA PER CAMPO MARZO

Pubblicato il da ilfogliorossodivicenza-nordest

La presenza di gang in Campo Marzo è risaputa, ed è una questione tipica pur spiacevole di tutti quei luoghi, sopratutto giardini, che si trovano nei pressi delle stazioni. Luoghi non più vissuti dai cittadini e lasciati in mano a bande che li utilizzano per lo spaccio. Per fare pulizia di tutto questo basterebbe la volontà dei cittadini di riappropriarsi degli angoli della propria città, di viverli; ma ci vuole anche la volontà dell'Amministrazione Comunale, di non porre divieti come ordinanze che interpretate in modo restrittivo, vietano ai cittadini di usare il parco, i giardini per stendersi nel prato o fare pic-nic. Non bastano feste o sagre per rendere vitale un luogo, ma il continuo flusso di famiglie e cittadini che vivono il parco. Imporre un regime di sicurezza come presidio fisso di forze dell'ordine e polizia locale, pressione costante della magistratura, e polizia, recintare il parco, non sono metodi che certamente risolvono la questione e stanano la microcriminalità, anzi rendono ancora quel luogo più isolato e ostile alle famiglie, ottenendo un effetto contrario. Piuttosto dovremmo essere noi cittadini a compiere il nostro dovere con un atto di coraggio e quando vediamo qualcosa di sospetto, usare quel cellulare a noi tanto caro, per segnalarlo alle forze dell'ordine.

Non è questione di essere “anime belle o no di sinistra” o altro, con questi palliativi non si risolve il problema. La questione va affrontata di petto, e vanno sciolti alcuni nodi legislativi che hanno portato al disaggio della disoccupazione e alla clandestinità. Si pensi alla mancanza di un piano nazionale occupazionale, si pensi alla riforma del mondo del lavoro che crea un sacco di esondati e disoccupati anche tra gli immigrati, si pensi a leggi inique come la Bossi-Fini o il “Pacchetto Sicurezza”, che non risolvono la questione della “clandestinità”, ma incentivano alla irregolarità. Si pensi alla mancanza in Italia di una normativa che dia un permesso ai rifugiati di guerra.

Pur condividendo che chi delinque deve pagare, e non certo con il rimpatrio, ma applicando le sanzioni di legge, siamo dell'idea che le forze politiche prima di lanciare una crociata contro gli immigrati o per una ventilata sicurezza di polizia, dovrebbero fare cerchio nel porre con forza una diversa politica sociale e di uso del territorio.

 

Irene Rui – Responsabile provinciale, politiche migratorie di Rifondazione Comunista-FdS di Vicenza

Guido Zentile – Segretario del circolo “Carlo Giuliani” di Rifondazione Comunista-FdS, Vicenza nordest.

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