Rivoluzioniamo l’immigrazione

Pubblicato il da ilfogliorossodivicenza-nordest

Antonio Ingroia a Castelvolturno

Antonio Ingroia a Castelvolturno

Gli stranieri regolarmente residenti in Italia sono 5 milioni e nel rapporto costo benefici la loro presenza fa guadagnare allo Stato 1,7 miliardi di euro. Insomma, gli immigrati regolari assicurano alle casse pubbliche più soldi di quanti non se ne spendano per loro. Le stime sono contenute nel dossier 2012 della Caritas Migrantes e sfatano falsi miti, dimostrando invece che per costruire l’Italia di domani abbiamo assolutamente bisogno degli immigrati. Eppure c’è ancora chi vorrebbe tenerli lontani. Resistono, infatti, una diffidenza e una paura alimentate da ignoranza, pregiudizio e, molto spesso, falsa informazione. Rivoluzione Civile vuole invertire questa tendenza.

Se la popolazione italiana continua a crescere è solo grazie ai migranti che vivono nel nostro Paese. Lo dice il report della Caritas Migrantes e lo confermano i dati dell’ultimo censimento Istat, secondo cui l’aumento del 4,3% della popolazione è da attribuire esclusivamente alla componente straniera, cresciuta in dieci anni di 2.694.256 unità, mentre gli italiani sono diminuiti dello 0,5% (250mila unità) . Per quanto riguarda l’età, il 46% degli stranieri residenti in Italia ha fra i 25 e i 44 anni, uno su quattro tra 30 e 39 anni. Dunque, la maggioranza dei migranti è in età lavorativa, vale a dire che contribuisce a pagare le nostre pensioni senza gravare sulla previdenza sociale.

Gli immigrati ci rubano il lavoro? È una falsità assoluta. A chi infatti sottolinea che tra il 2007 e il 2011 la crisi economica ha provocato la perdita di un milione di posti di lavoro, ma l’assunzione di 750mila stranieri, va spiegato che quest’ultimi occupano settori e mansioni non ambiti dagli italiani, con i quali non entrano quindi in concorrenza. Gli immigrati sono concentrati nelle fasce più basse del mercato del lavoro e il loro arrivo sposta i lavoratori ‘nazionali’ verso occupazioni più specializzate. Un esempio? Se tra gli italiani gli operai sono il 40%, tra i migranti comunitari si arriva all’83%, mentre tra i non comunitari si può raggiungere il 90%. Inoltre la categoria più numerosa è quella dei collaboratori familiari, anche in questo caso una risorsa preziosa per un paese che continua a invecchiare e in cui ogni anno 90mila persone in più diventano non autosufficienti.

Insomma, gli immigrati non solo non tolgono lavoro ma portano dei benefici al mercato del lavoro che li accoglie svolgendo un’utile funzione di supporto al sistema economico-produttivo nazionale, introducendo forze giovani, disponibili e flessibili. Nonostante ciò, le politiche migratorie italiane negli ultimi anni sono state guidate dal più cieco razzismo, come dimostra la legge Bossi-Fini. Una legge ingiusta e sbagliata, che risale al 2002 e che nessun governo da allora ha provveduto a modificare, nonostante le critiche arrivate dalle associazioni umanitarie e dall’Europa.

Rivoluzione Civile mette tra le sue priorità l’approvazione di una nuova normativa che regoli l’immigrazione in modo giusto e solidale. A Castelvolturno, tra i migranti africani, Antonio Ingroia è stato molto chiaro: “Siamo venuti qui pur sapendo che gli immigrati non votano. Non ci dimenticheremo di voi. Rivoluzione Civile cancellerà la legge Bossi-Fini, responsabile anche dell’ingiustificato affollamento carcerario. La norma che la sostituirà sarà frutto delle indicazioni che vengono dai lavoratori migranti e di chi opera sul territorio per difenderne e tutelarne i diritti fondamentali ancora non riconosciuti”.

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